"NON ACCETTABILE FALSARE LE COMPETIZIONI". ATLETA TRANS SBARAGLIA LE AVVERSARIE

La smania di inclusione a tutti i costi è diventata una costante nello sport a livello agonistico. E sono soprattutto le discipline femminili a risentirne, in quanto sono sempre di più le transessuali che, in nome dell'appartenenza al genere femminile piuttosto che a quello maschile, vengono ammesse alle competizioni. E i risultati, in questi casi, sono pressoché scontati. L'ultimo episodio lo ha raccontato il Daily Mail e si è registrato in una competizione tra licei americani e qui, un'atleta trans del secondo anno, ha sbaragliato tutte le avversarie con tempistiche ben al di sotto di quelle medie per le avversarie della sua età.

L'adolescente, perché si tratta di una transessuale ancora minorenne, ha gareggiato nella Girls 200 Meters Varsity allo Sherwood Need for Speed Classic a Sherwood, nell'Oregon. Il filmato di quella gara, opportunamente oscurato vista l'età della protagonista, ha rapidamente fatto il giro del mondo a testimonianza che bisognerebbe ripensare al concetto di inclusione. Sono diversi i secondi di scarto rispetto alle avversarie e, nella classifica generale, su oltre 60 partecipanti a quella gara, ha raggiunto il secondo posto assoluto. Al giornale scolastico ha dichiarato di aver iniziato ad assumere estrogeni dallo scorso anno e di sentirsi molto più a suo agio nel suo corpo da quando ha cominciato la cura ormonale.

"Riconoscere l’identità di ciascuno non rende accettabile falsare le competizioni grazie alle caratteristiche biologiche originarie! Queste sono le follie dell’ideologia 'woke', che nulla c’entrano con i diritti e a cui sempre ci opporremo", ha dichiarato il ministro Salvini. In Italia il fenomeno non è ancora esploso con la veemenza degli Stati Uniti e non ci sono per il momento situazioni limite che necessitano di discussioni ma, come spesso accade, il nostro Paese e l'Europa in generale si muovono con qualche anno di differenza rispetto agli Usa su certi fenomeni. Ma negli Stati Uniti la discussione è già accesa e particolarmente vibrante, soprattutto per le ripercussioni. Perché, al di là dei tempi indiscutibilmente inferiori in sport da cronometro, e al di là della maggiore forza negli sport di sollevamento, esistono discipline nelle quali il contatto fisico rischia di essere sbilanciato al punto da essere pericoloso.

È il caso, per esempio, di una partita di basket per liceo che si è giocata in Massachusetts. In una delle due squadre è stata schierata un'atleta trans ben più alta delle altre, con una forza fisica indiscutibilmente maggiore e, secondo alcuni testimoni, anche evidente barba sul volto. La pallacanestro è uno sport di contatti, spesso molto ruvidi, ed è proprio durante una marcatura che l'atleta ha scaraventato a terra un'avversaria. Circolano alcune immagini che mostrano la giocatrice a terra contorcersi dal dolore. Oltre a lei, altre tre atlete hanno subito gravi infortuni durante la partita, obbligando la dirigenza a ritirare la squadra dalla partita, rinunciando così ai play-off, in quanto le atlete temevano per la propria incolumità. Un caso che ha fatto scuola e che viene spesso portato come esempio di come la cultura woke sia pericolosa. Anche in senso letterale.

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