ROMA, I MOTIVI DELL’ESONERO DI DE ROSSI: IL RAPPORTO CONSUMATO GIà DA AGOSTO, TRA I DISSIDI CON LINA SOULOUKOU E UN GRUPPO MAI NATO

Lasciato solo dalla società, abbandonato, costretto a comunicare davanti a tutti anche su temi che non gli competevano direttamente: scelte di mercato (gli arrivi dei giocatori selezionati dal direttore sportivo Ghisolfi), contrattuali (la cessione/non cessione di Dybala), e punitive (l’esclusione di Zalewski dalla prima squadra per aver rifiutato di essere venduto e di rinnovare il contratto). La Roma dei Friedkin, tornata dai loro affari nella Capitale all’indomani del pareggio della squadra contro il Genoa a Marassi, ha scelto questa mattina di comunicare l’esonero di Daniele De Rossi. Una notizia inaspettata, che irrompe dopo appena quattro giornate di Serie A.

I motivi dell’esonero di De Rossi

Se è vero che in campionato il rendimento della squadra è il peggiore tra quello delle grandi con tre pareggi e una sconfitta, non può essere stato soltanto il lato sportivo ad aver influenzato la decisione dei Friedkin. Una pazienza che non può esaurirsi dopo appena un mese di campionato, a maggior ragione qualche tempo dopo aver proposto a De Rossi un contratto triennale a due milioni e mezzo. Si vociferava di rapporti tesi tra l’allenatore e la CEO Lina Souloukou (anche se l’ex capitano della Roma aveva smentito un litigio precedente a Roma Empoli), e delle divergenze sulla gestione squadra. Una relazione consumatosi in breve tempo, a partire dal mese di agosto. Non correva buon sangue tra la ormai silente plenipotenziaria di Trigoria a cui i Friedkin hanno affidato la gestione della squadra e l’allenatore, che ha subìto una squadra costruita in ritardo (due acquisti tra gli svincolati a fine mercato e la maggior parte degli arrivi ad agosto), un mercato dal quale è stato escluso, guidato dai dettami economici dell’azienda, e dalle costose e dubbie scelte del direttore sportivo francese che i tifosi non hanno mai conosciuto. E forse a pesare è stato anche il suo rapporto con i calciatori, molti dei quali (Cristante, Pellegrini, Paredes) aveva conosciuto sotto la veste di compagni, esclusi o criticati in più fasi in questo avvio di campionato. Non c’è da sorprendersi poi, che dopo un ritiro programmato in ritardo, vissuto in parte sotto il caldo di Trigoria e in assenza dei titolati, il gruppo non si sia mai amalgamato. Come non c’è da stupirsi, considerando l’onestà e la trasparenza dell’allenatore, che i veri motivi vengano presto a galla.

Roma, con De Rossi è un arrivederci

Per ora la piazza è sconvolta, forse già attesa in un altro nome che a questo punto dovrà essere all’altezza delle ambizioni della Roma. In cuor loro i tifosi sanno che la breve esperienza con De Rossi, culminata con una fine ingiusta, non sarà l’unica. “Ci riproveremo, magari con un’altra dirigenza”.

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