KICKBOXING, FARAONI RE DI ROMA RIMANE CAMPIONE DEL MONDO E INFIAMMA IL PALATIZIANO

Se in ogni sport esiste la possibilità di fare delle previsioni, sul risultato, più o meno realistiche, in quelli da combattimento questa possibilità sfuma di fronte all'imprevisto. E così, il match valido per la difesa del titolo mondiale Iska di kickboxing di Mattia Faraoni, andato in scena al Palatiziano, sabato 29 giugno, rischiava di finire in maniera totalmente diversa rispetto a quanto pronosticato. Sì, perché Faraoni, che era favorito – in quanto idolo di casa ma anche per numero e tipologia di vittorie – si è infortunato al ginocchio nella prima ripresa. Un brivido, vissuto da un Palazzetto che era tutto per lui: il fighter è riuscito nell'impresa di mettere d'accordo romanisti e laziali, che lo hanno applaudito quando è entrato sul ring con la maglia di Totti. Un tifo da stadio, per il romano della Montagnola, arrivato alla terza difesa del titolo, stavolta contro il romeno Danut Hurduc, nella cornice di Oktagon Tsunami, da da 27 anni il galà per eccellenza degli sport da combattimento (l’evento a marchio Csen è stato organizzato, a livello tecnico, dal promoter Carlo Di Blasi).

 

Un match intenso, mozzafiato, a tratti drammatico (già a partire dalla prima ripresa), ma anche equilibrato in alcune fasi, a conferma del valore tecnico dello sfidante. Hurduc, al primo minuto, si diceva, ha portato a terra (in modo scorretto) il campione: fischi dal palazzetto e tanta preoccupazione, soprattutto nell'angolo di Faraoni, capitanato dai fratelli Raini. Nella caduta l'italiano si è infortunato alla gamba destra (per questo colpo Hurduc verrà poi penalizzato di 1 punto dai giudici).

Dopo minuti di consulto, con lo staff medico, Faraoni ha però deciso di continuare e, nonostante un gancio ricevuto, ha chiuso il 1° round all’attacco, con una grande intensità di colpi. Altro momento di difficoltà al 2° round, quando Faraoni finisce a terra per due volte: ma ogni volta, fissa l'avversario, scuotendo la testa, come a dire “non è successo niente”. Nei successivi tre round Faraoni decide di andare costantemente all’attacco, nonostante non possa utilizzare al 100% le gambe (da sempre suo punto di forza, con i suoi temibili calci) a causa dell’infortunio subito all’inizio del match. Verdetto unanime, il palazzetto è tutto in piedi. Alla premiazione, presieduta dall'assessore ai grandi eventi, Alessandro Onorato, ecco un altro colpo di scena: il portoghese Bruno Suzano, che, precedentemente, aveva vinto, sempre nei pesi massimi, contro l’italiano Yuri Farcas (per KO tecnico alla prima ripresa), ha sfidato ufficialmente Faraoni per la cintura Iska. Opzione tutta da verificare, anche perché ora non si esclude che ci possa essere un eventuale re-match contro lo stesso Danut Hurduc.

La serata di Oktagon Tsunami ha visto anche la vittoria ai punti di Hamada Azmani sull’italiano Paolo Cannito nel mondiale ISKA fino a 57kg di peso e di Petrisor Alin Calin nell’altro match iridato (con KO tecnico sul rivale portoghese Rudi Mendes) nella categoria fino a 70 kg. Spettacolo assicurato anche nei 5 Super Prestige Fight, con le vittorie degli azzurri Roberto Oliva, Domenico Lomurno e della valdostana Martine Michieletto (sulla francese Eva Guillot). Successo anche del campione georgiano Davit Kiria (a conferma del suo palmares internazionale), mentre, tra il britannico Jamie Bates e il marocchino naturalizzato italiano Musta Haida, finisce, dopo un altro match molto intenso, con un verdetto di "parità".

Ben 6 i KO tecnici che si sono visti durante il galà di Oktagon, di cui tre nei match di MMA (Mixed Martial Arts), dove ha vinto, dopo appena 20 secondi della prima ripresa, l’altamurano Michele Clemente sul serbo Aleksandar Coti, con una spettacolare finalizzazione a terra. Un successo, quest'ultimo, che proietta l'atleta pugliese a livello internazionale.

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