GP D'OLANDA, ECCO PERCHé LA FERRARI NON RIESCE A RISORGERE (E DEVE SPERARE IN MONZA)

Talento, rabbia, impotenza. Un giro come uno spot nel cuore della qualifica. Verstappen ha sfiorato l’impossibile per dare a se stesso e agli olandesi un godimento supplementare. Non è bastato: 3 decimi rimediati da Norris che guida una McLaren perfetta quanto lo è stata la Red Bull sino a ieri. Una pole che non ha scalfito affatto questa folla delirante e arancione. Colora e scuote le tribune ballando in pianta stabile per giorni, innamorata di un campione che ha stravolto anche la storia ogni appassionato, disposto a condividere un’avventura da ricordare per l’intera vita. Roba che nemmeno la torcida paulista di Senna, la tifoseria gaudente di Schumi, la passione rossa monzese sono mai riuscite ad avvicinare.

Il pronostico resta aperto, certo, ma il distacco rimediato da Max sulla micropista di Zandvoort è una mazzata. Offre la misura dello scarto tra i due team proprio considerando lo sforzo del campione mondiale, uno che quando spinge fa paura a chiunque. Basti pensare a Piastri, altra McLaren, terzo con una macchina da prima fila certa. Parte esattamente dietro a un compagno atteso al varco da osservatori, nemici e parenti, data la sequenza di inciampi sotto il semaforo.

È un po’ questo il tema che alimenta chiacchiere e incertezze: un ragazzo velocissimo, la cui stoffa resta sotto esame, con il sospetto che la testa non funzioni alla stregua del piede destro; che una sorta di condizionamento psicologico rappresenti un avversario ben più preoccupante di Verstappen. Lui, Lando, consapevole com’è dei dubbi che lo riguardano, sembra aver perso quel sorriso da ragazzino che gioca e spinge. Non può sbagliare più. Soprattutto qui, dove il passo che potrà cacciare in pista una volta uscito davanti dalle prime tre curve vale ipoteca sul podio alto. Con Verstappen pronto alla caccia grossa; con Piastri che starà lì in marcatura, con l’idea di invertire le gerarchie interne, come accaduto in Ungheria.

È lungo l’elenco dei delusi. La Mercedes ha piazzato Russell quarto mentre Hamilton si è messo nei guai nella fase centrale della qualifica. Fuori dai piani nobili, 12°. Partirà di fianco a Sainz che vanta scuse migliori visto che non aveva potuto provare su pista asciutta ed è andato a spanne ieri. Si, ma sulle dune la Ferrari affonda. Leclerc, pur guidando alla disperata, è sesto, dietro a un Perez in leggera ripresa. Con minime speranze di risalita anche ipotizzando strategie d’assalto. Basterebbe tenere dietro sir Lewis, ecco, visto che Vasseur continua a pensare al titolo costruttori. Sono 63 i punti di ritardo sulla Red Bull; la McLaren è a + 21, senza contare ciò che accadrà oggi. 

Distacchi da recuperare a partire da domenica prossima a Monza dove sono attesi miracoli rossi, replicabili a Baku e a Singapore, località considerate favorevoli quanto Montecarlo. Tre corse per una scommessa ambiziosa: le squadre da inseguire sono due, stabilmente davanti da mesi, McLaren soprattutto, in crescita costante.

Vale la pena attendere per crederci trattandosi dell’ultima promessa, di un’ultima spiaggia. Dal rendimento delle vetture nei prossimi Gp si potrà capire qualcosa a proposito del Mondiale 2025. Così, serviranno concretezze, successi, buon umore. Per tenere in piedi una tifoseria molto paziente ma insoddisfatta quanto Charles Leclerc

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