CONFERENZA STAMPA GRAVINA-SPALLETTI: LA DECISIONE SUL CT E SULLE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE FIGC | DIRETTA

Ultime notizie Italia - Conferenza stampa alle ore 12:30 alla presenza del presidente FIGC Gabriele Gravina e del CT Luciano Spalletti, dopo la delusione dell'eliminazione dell'Italia da Euro 2024:

12.28 - Inizia la conferenza stampa, prende la parola Gravina, che conferma la fiducia a Spalletti: non sarà esonerato, né si dimetterà:

"È una giornata particolare, ieri s'è concluso il nostro appuntamento con l'Europeo. Tanti sentimenti e riflessioni che si accavallano. Ma personalmente, e un po' tutti, siamo dispiaciuti per non aver potuto dare a tutti i tifosi italiani la gioia che meritano. Dispiaciuti per il risultato ma sappiamo che nel mondo dello sport il risultato è soggetto a tantissime variabili. Che prevedono l'ipotesi di una sconfitta. Quello che purtroppo rimane è la delusione di non aver dimostrato tutto ciò che abbiamo fatto in fase di preparazione, da parte dei ragazzi. Rimane la delusione della prestazione e incapacità nell'esprimere quello che avremmo potuto fare. Ieri sera abbiamo riflettuto io, il mister Spalletti, Buffon e tutta la squadra. La delusione dei ragazzi è condivisa con noi, non parliamo di un gruppo che si distacca dall'assunzione di responsabilità: ieri le abbiamo divise equamente fra tutti. Non abbiamo nulla da nascondere, siamo tutti responsabili. Dobbiamo continuare ad essere responsabili, appellandoci al senso di responsabilità.

Ieri sera c'è stata una lunga chiacchierata anche col mister, io sono molto pragmatico: credo sia impesnabile risplvere i temi o i problemi nei momenti di difficoltà, abbandonando un progetto pluriennale. Non possiamo abbandonarlo dopo 8-9 mesi di attività di un tecnico (Spalletti non viene esonerato, ndr), è un percorso pluriennale il nostro. C'è da cambiare qualcosa, certamente sì. C'è da rivedere qualcosa nell'approccio. Ci saranno delle riflessioni profonde, ieri sera abbiamo iniziato e parlato a lungo con Spalletti. Dobbiamo crescere tutti, abbiamo un solo modo per farlo: capire che quando si cade. Io i problemi li affronto col lavoro, non scappo di fronte ai problemi (Gravina non si dimette, ndr): dovete dividere voi della stampa di dividere le responsabilità tecniche dall'area politica. Un gioco che spesso si fa, ora vi dilettate ma non mi appartiene. Appelliamoci al senso di responsabilità: in questo momento da parte mia devo essere lucido e logico. Il fallimento non dipende dalle scelte del presidente federale, ma dipende dal mercato, dagli imprenditori delle singole aziende, dalla politica del calcio che abbandona sempre più le nazionali.

Serve pazienza, non nasceranno in Italia improvvisamente i Mbappé, Ronaldo e Messi. Si è parlato di dimissioni, francamente siamo nella fase finale del mio mandato e non ha senso. Vi preannuncio serenamente che noi dobbiamo essere chiari: non esiste l'idea che qualcuno dall'esterno possa pretendere le dimissioni, o di governare dall'esterno il nostro mondo. Aspettiamo le elezioni a marzo".

12.38 - Luciano Spalletti prende la parola:

"Sono disponibile a rispondere alle domande, mi fa enormemente piacere ringraziare i tifosi per la vicinanza e l'amore che ci hanno dimostrato. Ringraziare i calciatori per la disponibilità e la professionalità per mettere in campo ciò che gli ho chiesto. E ringrazio la federazione e lo staff, per la qualità e la disponibilità nel trovare soluzioni per ogni problema venisse fuori. Il dispiacere è che attraverso il mio risultato non è stato possibile far vedere il livello della Federazione di qualità, loro dipendono dai nostri e miei risultati. Restano intrappolati nell'idea generale che ci si fa attraverso un risultato ma loro sono davvero dei top collaboratori. Sono uno, anzi quello con più responsabilità di tutti".

12:49 - Gravina aggiunge:

"Ci sono delle leggi nazionali e internazionali che impediscono di imporre delle cose a società imprenditoriali. Il fatto è culturale e passa da alcuni numeri. In Serie A abbiamo il 32% di giocatori selezionabili. Noi siamo resistendo strenuamente ad aprire ancora di più il tesseramento di extracomunitari. Non c’è il fatto culturale dietro. Se non capiamo che lavorare con i giovani è un investimento e non un costo. Mi dispiace ma ci sono delle resistenze al nostro interno e io non riesco, per alcune norme, a cambiare questa cosa. Io vorrei anche precisare che non c’è nessun contrasto tra me e la politica. C’è un dibattito normalissimo che c’è in ogni paese. È un confronto continuo".

 

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