ACERBI ROMPE IL SILENZIO: "DISPIACE PER JUAN JESUS, MA HA MALINTESO! CONTRO DI ME ACCANIMENTO COME SE AVESSI UCCISO QUALCUNO"

Francesco Acerbi rompe il silenzio e parla al Corriere della Sera della sentenza di assoluzione dopo il caso Juan Jesus. Il difensore dell'Inter spiega la sua versione dei fatti sottolineando di essere dispiaciuto sia per lui ma anche per il collega del Napoli dopo questa vicenda. Acerbi ha anche ribadito di non essere razzista.

Intervista Acerbi al Corriere della Sera

Napoli - Ecco le dichiarazioni più importanti evidenziate da CalcioNapoli24 dell'intervista rilasciata dal difensore Francesco Acerbi ai microfoni del quotidiano il Corriere della Sera:

«Sono triste e dispiaciuto: è una vicenda in cui abbiamo perso tutti. Quando sono stato assolto, ho visto le persone attorno a me reagire come se fossi uscito dopo dieci anni di galera, molto contente di essere venute fuori da una situazione del genere: sono state giornate molto pesanti».

Perché parla solo oggi? «Perché avevo fiducia nella giustizia e non volevo rischiare di alimentare un polverone che era già enorme. Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere assolutamente nulla contro Juan Jesus, anzi è il contrario perché sono molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto».

La sentenza non è stata una liberazione? «Lo è stata, ma nella liberazione sono comunque triste per tutta la situazione che si è creata, per come era finita in campo, per come ci hanno marciato sopra tutti senza sapere niente. Anche dopo l’assoluzione ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno».

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