È TORNATA LA KOOP DEL CERTIFICATO MEDICO

Qualcuno chiami un dottore. Anzi no, forse il “paziente“ non è poi così grave visto che i “mal di pancia“ estivi sono diventati un’antipatica consuetudine nel grande circo del pallone. Non c’entrano indigestioni o virus intestinali di stagione, le diagnosi sono comunque assortite: rinnovi di contratto che non arrivano, desiderio di cambiare aria, richieste di aumento di stipendio e capricci vari. Guai però a chiamare “malati immaginari“ i calciatori in questione, che il più delle volte si rimettono miracolosamente in piedi dopo essere stati accontentati (chiedere all’ex rossonero Robinho...)

L’ultimo caso “clinico“ riguarda Teun Koopmeiners, afflitto dal “mal di Juventus“. Il centrocampista nelle ultime settimane ha presentato all’Atalanta non uno ma ben tre certificati medici indicando lo “stress psico-fisico“ quale motivo che non gli consente di presentarsi a Zingonia per allenarsi. E’ il segnale di una riconciliazione impossibile. L’olandese vuole solo il club bianconero e aspetta notizie nella sua casa di Bergamo. Ovviamente senza allenarsi anche perché in certe fasce orarie deve essere reperibile per l’eventuale visita fiscale.

La mossa dell’atalantino non è certo una novità visti i significativi precedenti, fra crisi d’identità e fragilità emotive. La vicenda più eclatante fa tornare indietro di venti anni, all’estate 2024. Fabio Capello, scappato di notte da Roma per andare a Torino e firmare con la Juventus, voleva portarsi Emerson. Alla convocazione per il ritiro giallorosso, il Puma non rispose facendo sapere di voler rimanere in Brasile. La motivazione? "Depressione". In realtà la Roma voleva venderlo al Real Madrid mentre il centrocampista desiderava seguire don Fabio. Fra minacce di Sensi e documenti spediti dal calciatore, ci vollero due settimane per la miracolosa guarigione. Emerson il 27 luglio passava alla Juventus per 18 milioni più il cartellino di Brighi. Coi tifosi inferociti.

Ma è l’estate del 2017 quella infarcita di attestati medici: a Firenze ben si ricordano le crisi di Federico Bernardeschi e Nikola Kalinic. Il primo voleva trasferirsi alla Juventus e per non presentarsi in ritiro con la Viola mandò un documento in cui si parlava di “gastroenterite acuta”. Un mal di pancia che “scatenò“ il popolo dei social, ma che spianò al giocatore la strada verso Torino (fu ceduto il 24 luglio). Kalinic, invece, presentò un certificato medico di 5 giorni in cui diceva di essere impossibilitato ad allenarsi perché “emotivamente inquieto”. Si rasserenò appena varcò i cancelli di Milanello. E poi Keità Balde: nel luglio dello stesso anno dalla Spagna fece recapitare alla Lazio due distinti certificati medici di 7 giorni ciascuno. "Non mi alleno". Il Monaco lo acquistò per 30 milioni gli ultimi giorni di agosto. Più o meno quel che accadde a Niang: il Milan aveva in mano per lui un’offerta dallo Spartak Mosca, ma il calciatore non accettò, inviando un certificato medico di 10 giorni in attesa di una proposta del Torino che alla fine arrivò.

Ancora. Nel febbraio 2023 giorni di tensione fra Roma e Zaniolo, poi la spiacevole aggressione al giocatore da parte di alcuni tifosi nei pressi della sua abitazione. L’attaccante spedì un certificato medico di 30 giorni a causa del “forte stress emotivo” e subito dopo venne ceduto al Galatasaray. Un anno fa altro “mal di pancia”, questa volta di Luis Alberto nei confronti di Lotito: il giocatore richiedeva al patron della Lazio premi non corrisposti, affermando di vivere un "momento di difficoltà che non gli permetteva di essere nelle condizioni di poter sviluppare il suo lavoro". Non partì con i compagni per l’Inghilterra. Solo in seguito ci fu il chiarimento.

2024-08-24T07:15:49Z dg43tfdfdgfd