STEFANO TACCONI: «DOPO L'ANEURISMA MI HANNO TOLTO FUMO E ALCOL. HO PAURA PERCHé POTREBBE ESSERCI UNA RICADUTA»

L'aveva promesso. E le promesse si mantengono. Stefano Tacconi torna alla stadio. Ci torna per seguire una partita della sua Juventus. Lo farà sabato prossimo. Ci andrà con sua moglie Laura e i figli Andrea e Alberto. Lo farà quando la Juve affronterà il Napoli di Conte, suo compagno a Torino.

Stefano Tacconi operato per un’ischemia arteriosa: l’intervento durato 5 ore a Torino. «Trasferito in rianimazione»

L'aneurisma

Sarà il grande ritorno allo stadio dopo l’aneurisma cerebrale dell’aprile 2022, la paura e la riabilitazione. La partita più dura che continua a giocare Stefano Tacconi. Una sfida che ha raccontato in un libro: L’arte di parare. Trovare il coraggio per fronteggiare i tiri della vita. «Mi sento fortunato perché posso raccontarlo. Non mi ricordo tutto, ma so di aver fatto passare un bello spavento alla mia famiglia. E ho scoperto il significato della parola paura, sensazione mai provata. Sinceramente non mi è ancora passata del tutto...», ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport. L'ex numero uno vive con quella sensazione nonostante «le cose vanno meglio e sono in ripresa, ma ho visto persone che hanno avuto il mio problema incorrere in ricadute. Per questo ho capito che non posso fare più il fighetto come una volta... (risata). Mi hanno tolto il fumo e il bere, il mangiare lo decido ancora io. E mi cucino tutto da solo...».

Si cucina con grande amore la carbonara e l'amatriciana e rivela: «Sono diventato famoso come portiere, ma io sono cresciuto alla scuola alberghiera di Spoleto da ragazzo. E adesso ho rispolverato la mia vecchia passione per i fornelli». Dopo quello che gli è successo Stefano non si sente cambiato, anzi «sono sempre io. Infatti a darmi noia è la... noia. Mi manca l’adrenalina che mi ha sempre accompagnato in tutta la vita». Tornasse indietro, che cosa non rifarebbe, chiede la Gazza. La risposta serva da consiglio: «Quando ho smesso di giocare non ho più messo piede in palestra. Tornassi indietro, non staccherei deltutto. L’ho capito in questi mesi di riabilitazione: se negli ultimi anni avessi praticato più sport, adesso faticherei di meno».

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