Cecil Rhodes, che aveva imposto il proprio nome alla Rhodesia, il peggiore inferno della segregazione in Africa, sosteneva che: “Noi britannici siamo la prima razza al mondo. Più territorio abitiamo, meglio è per l’umanità. Annetterei anche i pianeti, se potessi”. Fosse nato cinquant’anni fa anziché a metà dell’Ottocento, l’imprenditore e primo ministro della Cape Colony sarebbe un ospite fisso della Casa Bianca trumpizzata, magari al posto del sudafricano Elon Musk, caduto di recente in disgrazia. La prosopopea dei sudditi della Corte di San Giacomo non è mai andata a genio a noi eredi legittimi, in quanto italiani, dell’Impero Romano andato in frantumi quindici secoli fa. (Per chi non l’avesse capito, sto scherzando).
Ci mette dunque di malumore che siano un australiano di Sydney e un sudafricano mezzo scozzese e mezzo gallese, peraltro cresciuto in Nuova Zelanda e poi naturalizzato britannico, a smorzare gli entusiasmi di Luciano Darderi e Mattia Bellucci, tra gli ultimi arrivati del dream team azzurro. Alla vigilia, i due ragazzi ritenevano – come chi scrive queste noticine – di avere buone chance di approdare agli ottavi di finale dei Championships, eliminando i pronipoti di quanti ottennero dalla regina Vittoria e da re Giorgio V l’autonomia dei territori più a sud dell’Impero. Jordan Thompson, n. 44 ATP, e Cameron Norrie, n. 61, usano con maestria le armi a loro disposizione, non sofisticate ma ben rodate. Nei rispettivi match, l’italo-argentino che ha scelto come patria la terra d’origine della famiglia (il nonno di Luciano, originario di Fano, era emigrato in Argentina dopo la Seconda guerra mondiale) e il varesotto di Castellanza danno prova di scarsa duttilità e di insufficiente analiticità, lasciando per troppo tempo che siano gli esperti avversari – entrambi più o meno ultratrentenni – a dare le carte.
Darderi, entrato in campo in condizioni fisiche non perfette, riesce almeno a strappare un set a Jordan Thompson (6-4 6-4 3-6 6-3), mentre Bellucci è costretto a lasciare il passo a Cameron Norrie al termine di tre set equilibrati e tuttavia mai in bilico (7-6 6-4 6-3). Le sconfitte degli italiani nel torneo di singolare maschile non sono le sole brutte notizie della giornata: anche Sara Errani e Jasmine Paolini, campionesse olimpiche in carica di doppio e vincitrici insieme dell’ultimo slam parigino, devono arrendersi sotto i colpi della cinese di Taipei Hao-ching Chan e della ceca Barbora Krejcikova (6-3 6-2). Per la lucchese è un risultato che, sommato all’eliminazione nel singolare, mette in discussione le scelte degli ultimi mesi: dal divorzio dal coach storico Renzo Furlan all’iscrizione a due tornei – sia da sola, sia in coppia – in tutti gli slam e a livello 1000. Nei giorni scorsi era circolata la voce, non smentita, di frizioni tra Jasmine e il nuovo coach Marc Lopez. Ieri, su una terrazza davanti al Media Center, ho assistito per caso a un confronto animato tra le due ragazze, pur reduci dalla vittoria nel primo turno di doppio, alla presenza di un membro del team. Paradossalmente, mentre la tuttora numero 5 WTA non sarà in campo nella seconda settimana di Wimbledon, Sara continuerà il proprio percorso, visto che oggi, al fianco di Andrea Vavassori, supera il primo turno del doppio misto battendo i britannici Heather Watson e Julian Cash (6-3 6-0).
Anche oggi Carlos Alcaraz fatica più del dovuto per avere ragione (6-1 3-6 6-3 6-4) di un avversario che, sulla carta, non avrebbe dovuto impensierirlo: il tedesco Jan-Lennard Struff, 35 anni, solo tre volte in carriera in grado di issarsi fino al terzo turno dello Slam sull’erba.
È da segnalare, infine, la sconfitta del più accreditato under 20 del circuito: il brasiliano Joao Fonseca, classe 2006, incapace di trovare contromisure al tennis potente, aggressivo e verticale di Nicolas Jarry, tipico di un giocatore alto quasi due metri, che sfrutta le leve lunghe. Finisce 6-3 6-4 3-6 7-6 per il cileno, per lo sconforto della quattordicenne Francesca, che ha voluto vedersi l’intero match, snobbando - per Joao - perfino quello contemporaneo sul Centre Court con Carlitos in campo
2025-07-05T07:11:15Z