Un lungo inseguimento che sembra destinato a concludersi con una stretta di mano. Questione di tempo e di pazienza, ma il Milan ha individuato da tempo in Ardon Jashari uno dei rinforzi da regalare a Massimiliano Allegri.
L’ha pescato in Belgio e al Club Bruges, una società che si è specializzata nel coltivare giovani talenti e lanciarli ad alti livelli, una cosa che le riesce così bene che, non solo riesce a sfornarne a ripetizione, ma è anche diventata una bottega molto cara con la quale spesso non è facile dover fare i conti.
Anche il Milan ha e sta trovando delle difficoltà nel fare andare ogni tassello del puzzle al suo posto, ma la volontà di arrivare al gioiello svizzero è così grande da aver portato il club rossonero a spingersi fino a quota 30 milioni di euro.
Una cifra altissima per un ragazzo che deve ancora confrontarsi con un campionato di primo livello, ma giustificata dalle sue enormi qualità e dal fatto che sul giocatore abbiano messo gli occhi anche altre big d’Europa.
Ma perché il Milan ha scelto proprio Ardon Jashari?
Ardon Jashari, che a breve compirà 23 anni, è un giocatore che, tra le altre cose, porta in dote una qualità molto importante: la duttilità.
E’ nato come trequartista, tra l’altro con una discreta propensione per la rete, ma poi nel corso degli anni ha progressivamente arretrato il suo raggio d’azione.
Una trasformazione iniziata già al Lucerna, il club nel quale è cresciuto e che lo ha portato nel calcio professionistico, e poi completata nel giro di breve tempo. A spingerlo verso la zona nevralgica del campo è stata la sua fisicità, accompagnata da una forte personalità, che in quella zona del terreno di gioco è un qualcosa di fondamentale, e quell’abilità nel capire il gioco che poi ha aggirato con il passare degli anni.
Oggi Jashari potrebbe essere definito un ‘6’ moderno, ovvero un giocatore chiamato ad agire da vertice basso, a spezzare il gioco degli avversari e a farlo ripartire, ma in realtà può adattarsi in più ruoli. In un centrocampo a tre, può agire anche come mezzala (ed sarà quella probabilmente la sua posizione al Milan), mentre con moduli diversi potrebbe essere avanzato sulla trequarti o, in caso di evenienza, spostato sull’out di sinistra.
Un centrocampista completo dunque, uno di quelli che fanno la fortuna di qualsiasi allenatore.
Jashari è sicuramente un giocatore che ha nella lettura del gioco una delle sue armi migliori. Non solo quello degli avversari, ma anche e soprattutto quello della sua squadra ed è proprio la velocità di pensiero, unita a importanti doti tecniche, che gli consentono di essere uno di quegli elementi capaci di cambiare il volto di un reparto.
E’ un giocatore dai ‘due tocchi’, uno di quelli che riceve palla e la scarica in con rapidità e quasi sempre con un obiettivo ben preciso: cercare la verticalità.
Uno di quegli elementi che dunque consentono alla propria squadra di cambiare ritmo e di ribaltare istantaneamente l’azione. A questo va aggiunta una grande capacità di tenere la palla incollata al piede, cosa questa che gli consente di lanciarsi nel corridoio centrale quando si vengono a creare i giusti spazi.
Mancino naturale, Jashari predilige giocare nella zona sinistra del campo e, con ogni probabilità, nella mediana a tre che Massimiliano Allegri sembra intenzionato a disegnare al Milan, è proprio da quel lato che si andrà a posizionare.
Questo al fine di consentirgli di sfruttare al meglio il suo piede preferito, ma il talento elvetico non è solo un giocatore che è abile nel trattare la palla.
Tra le sue caratteristiche più importanti c’è quella di saper coprire un’ampia porzione di campo. Quando può si spinge in avanti, ma tanto del suo lavoro lo svolge nella propria metà campo. E’ dunque un elemento utile anche, e in molte fasi della partita soprattuto, in fase di lettura del gioco avversario e costruzione.
Uno che dunque sa recuperare palla e poi distribuiva con grande precisione. Pressione e precisione dunque, due qualità fondamentali per ogni centrocampista.
Un difetto? Segna poco. Anzi in Belgio ha segnato pochissimo: quattro goal in cinquantadue partite con il Bruges.
Se da un lato ha affinato quelle doti che gli hanno consentito di diventare un centrocampista completo, dall’altro ha perso quella confidenza con la rete che aveva quando agiva da trequartista nel settore giovanile del Lucerna.
Questo non solo perché ha arretrato di diversi metri il suo raggio d’azione, ma perché semplicemente i suoi compiti sono cambiati. Sono proprio le caratteristiche migliorate nel corso del tempo che l’hanno d’altronde spinto nel mirino del Milan.
L’idea dei dirigenti rossoneri sembra chiara: mettere a disposizione di Massimiliano Allegri un centrocampo di palleggiatori. Da questo punto di vista, Jashari andrebbe ad incastrarsi molto bene in un reparto che prevede anche il nuovo arrivato Ricci ed una leggenda come Luka Modric.
Un giocatore dunque da inserire in una mediana più tecnica e di qualità, questo al fine di provare a dominare il gioco dettando i ritmi per tutti i 90’.
2025-07-06T07:14:29Z