IL BANDITO E IL CAMPIONE

Tutta Italia ha seguito col fiato sospeso le imprese del grande Jannik Sinner, un vero talento naturale, che non potrà che migliorare. La giovane età e la maturità dimostrata sono a suo favore. Tutto il mondo applaude le imprese di questo giovane straordinario. Contemporaneamente, colpisce in questi giorni il verdetto nuovamente sfavorevole ad Alex Schwazer, un'ennesima porta chiusa a un altro grande campione. Niente Olimpiadi di Parigi. Poche reazioni in merito, rispetto alla gravità della sentenza.

 

Eppure, il Codice Antidoping (art. 4.6.1) è chiaro: "Se un atleta sotto squalifica fornisce una collaborazione fattiva per scoprire o accertare la violazione di una norma antidoping da parte di altra persona" la sua pena "può essere ridotta fino a un terzo" se ci sono "il consenso dell’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) e quello della federazione internazionale competente". Più collaborazione di così... non so cos'altro avrebbero potuto fare lui e l'allenatore Sandro Donati per collaborare fattivamente. Denunce, segnalazioni, libri, conferenze, interviste.

 

Sarebbe stato un campione mondiale Schwazer, da molti anni. Perché sia stato così severamente punito, ma anche abbandonato a sé stesso, anche nella sua "Heimat", anche da molti "colleghi" sportivi pur onnipresenti in trasmissioni televisive e show di ogni genere, molto pronti a giudicare duramente ma poco a affrontare questi argomenti, sarebbe interessante da approfondire. Sport e spettacolo, luci e ombre.

 

Auguro al bravissimo Jannik grandi cose: mi sarebbe piaciuto fosse stata data una possibilità anche ad Alex, perché l'avrebbe meritata, insieme al suo allenatore.

 

Donati che individua il momento più tragico nel viaggio a Rio - ricordo le parole di Schwazer: "Sono con il mio allenatore perché voglio partecipare all'Olimpiade"-  definito un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti di Alex. Il Tas aveva già fissato per fine luglio 2016 l'udienza a Losanna per giudicare il caso, ma la federazione internazionale di atletica si oppose e chiese di rimandarlo a Rio ad agosto - per avere il tempo di esaminare la documentazione -: "... il Tas non fece la benché minima resistenza, pur sapendo che la documentazione era stata nelle mani di lor signori per quasi un mese e mezzo.

 

Dunque il viaggio a Rio per mettere la testa sotto a una prestabilita ghigliottina. Ricordo l'orrendo momento nel quale, due giorni dopo l'udienza, ho dovuto dire ad Alex che lo avevano squalificato per otto anni. Ricordo il peso della sua disperazione. Allora capii che a colpire era stato un sistema solidale, per il quale la verità contava meno di niente. Da allora i giorni neri sono stati tanti ed alla lunga nauseabondi ed insopportabili per la sistematica menzogna mascherata di istituzionale seriosità".

 

Un altro Rio hanno vissuto ora Alex Schwazer e il suo allenatore. Luci e ombre da un mondo dello sport, che è sempre più spettacolo.

2023-11-20T11:53:55Z dg43tfdfdgfd