BUFFON: "SPALLETTI SCELTA MIGLIORE PER LA JUVENTUS. TUDOR? POCA EMPATIA CON LA DIRIGENZA. IL MIO FUTURO? DIRIGENTE IN UN CLUB"

Il proprio futuro, l'Italia e la Juventus: a tutto Gianluigi Buffon.

 

Il capo delegazione della Nazionale ed ex capitano e portiere della Juventus è stato ospite del podcast "Viva el futbol" e ha parlato a 360° gradi.

 

Le ambizioni per il proseguimento della propria carriera sono chiare ("Mi piacerebbe diventare responsabile della parte sportiva di una società"), così come il pensiero sull'approdo di Luciano Spalletti alla Juventus ("La scelta migliore").

 

Le principali dichiarazioni di Buffon.

IL FUTURO DI BUFFON

"Mi piacerebbe diventare responsabile della parte sportiva di una società. Qualcosa al di fuori di Juventus e Nazionale? No, non precludo niente perché se voglio fare il professionista non posso fare preclusioni. A meno che non sia una scelta che vada in contrasto totale con quelli che sono i miei valori e il mio passato. Se vuoi essere professionista e lavorare è giusto che tu prenda in considerazione qualsiasi impegno".

LA SCELTA DI RIMANERE DOPO L'EUROPEO

"C'erano dei dubbi che nutrivo come normale che sia dopo una delusione. La forza della squadra mi ha convinto: abbiamo ragazzi di grande valore. Poi, in un momento di grande confusione abbiamo avuto la forza di dimostrare che abbiamo indipendenza per fare delle scelte che all'inizio possono andare controcorrente o che possono essere viste in maniera storta. Questo è il modo migliore per fare calcio, poi non è detto che uno faccia le scelte migliori, ma magari le più giuste".

IL RUOLO DI BUFFON

"Non sono il classico capo delegazione come Riva o Vialli, ho qualche mansione in più che riguarda il campo. In 30 anni a certi livelli qualcosa di utile per una società o una Nazionale me la sono portata dietro".

GATTUSO CT DELL'ITALIA

"Una scelta spontanea e istintiva. Ranieri, quando sembrava dovesse venire, ha fatto valutazioni - secondo me - anche giuste sulla sua vita, sul suo passato, presente e futuro. E non se l'è sentita di aderire al progetto. Allora c'erano quattro-cinque nomi. In certi nomi, al di là del nome e del curriculum, se uno ha una certa sensibilità e capisce il gruppo con il quale lavora, allora capisce che ci sono allenatori più funzionali a una certa squadra. Non migliori o peggiori, ma più funzionali. Al presidente è piaciuta subito questa idea e sono convinto che sia stata la scelta più giusta. Questo non significa aver risolto tutti i problemi".

LA PARTITA CON LA NORVEGIA

"Non sono né sorpreso né contento: quello che pensavo, lo sto vedendo. Facendo piccole analisi, questa è la risultante di quella scelta. La sfida con la Norvegia, al di là del fatto che possa valere poco per la classifica, vale tanto per avere autorità nell'andare a prenderci quello che vogliamo a marzo".

L'ESONERO DI SPALLETTI DALLA NAZIONALE

"L'unica cosa hce non ha funzionato bene e nella quale la squadra non si è espressa bene secondo me è stata all'Europeo. Fin lì c'erano state risposte buone, anche nella sfida con l'Ucraina. Qualcosa all'Europeo da rivedere probabilmente c'era, ma lui questo lo riconosce. Poi si è ripartiti con uno spirito nuovo e secondo me Spalletti ha fatto un anno giustissimo, da tutti i punti di vista. Secondo me l'epilogo è stato frutto esclusivamente di una sfortuna nel calendario: la prima partita è stata come una finale, che vale tutto, contro una delle squadre più in forma d'Europa. Con cinque giocatori che arrivavano da cinque 'sveglie' della finale di Champions League di tre giorni prima, poi con due-tre assenti: la perdi in modo rovinoso, ma avevi veramente poche armi. Essendo così delicata ed avendola persa in quel modo, penso che abbia giocato un ruolo fondamentale".

JUVENTUS

"Era partita bene, non so quanto convinta del progetto. Vedendo la scelta fatta qualche giorno fa (in riferimento all'esonero di Tudor, ndr) e il momento in cui è stata fatta, mi fa pensare che non ci fosse tutta questa convinzione inizialmente. Poi sei andato a mettere la toppa migliore che ci fosse, la scelta di Spalletti può garantire al popolo juventino una serie di risultati che tifosi e società stanno aspettando. Mi dispiace solo per una cosa: uno come lui mi sarebbe piaciuto vederlo dall'inizio della stagione, con la preparazione e la scelta di alcuni giocatori. A quel punto la Juve poteva essere competitiva fino alla fine, poi non so se vincendo o meno".

L'ESONERO DI TUDOR

"Con lui mi sembra che ci sia stato qualche problema di empatia con la dirigenza, leggendo i giornali sembra sia venuto fuori quello. Poi la verità la sa solo chi è dentro, parlo dell'empatia con i dirigenti. Vedendo le ultime due-tre interviste che ha fatto... Penso a quella dopo il Como: lì un giornalista che sente questa cosa non può non fare la domanda successiva su quello, invece non hanno colto evidentemente. Ho pensato: 'Se fossi giornalista, qui ci sguazzo'. Invece non hanno colto".

ALLEGRI

"Perché lui ha avuto più fiducia alla Juve? Probabilmente per il curriculum e il passato che ha avuto dava certe garanzie sul fatto di arrivare all'obiettivo, anche se minimo. Magari per gli altri, essendo meno esperti, c'era fiducia con qualche remora. La scelta su Tudor l'ho capita fino a un certo punto: se lo scegli è perché sei convinto che sia la scelta giusta, no?".

IL NUOVO CICLO JUVE

"Secondo me è un periodo di difficoltà, perché fisiologicamente dopo un percorso di grandi vittorie per dieci anni serve tempo. Bisogna trovare le persone giuste nei dirigenti, nell'allenatore e nei giocatori. Lo abbiamo vissuto anche noi a cavallo tra il 2009 e il 2011".

FIORENTINA

"Quella di Pioli per me era la scelta più giusta che potessero fare a suo tempo. Nel percorso di Pioli c'è stata una crescita esponenziale tra il primo Pioli arrivato alla Fiorentina e questo. Doveva essere il valore aggiunto, mi dispiace non abbia trovato gli strumenti giusti per riuscirci. Sono lì che mi sto scervellando per capire cosa non sia andato".

Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui

2025-11-04T08:47:24Z